di Pier Paolo Pasolini
L'Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo; prestarsi in qualche moodo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo.
L'ultima intervista di Pasolini!
Post scriptum
di Gianni Lannes
Pier Paolo Paolini (1022-1975) del quale ricorrono oggi i 38 anni dalla brutale scomparsa (un omicidio premeditato ancora impunito), mostra intatta adesso la realtà della propria assenza. La perdita della passione intellettuale. "Si applaudono soltanto i luoghi comuni, mentre sarebbe il caso di coltivare l'atrocità del dubbio", dirà a ragazze e ragazzi durante un dibattito sulla terrazza del Pincio a Roma, poco prima del 2 novembre 1975, quando all'idroscalo di Ostia, viene spietamente assassinato dai sicari ancora nell'ombra, così come i mandanti di questo delitto.
"L'immagine più bella di Pasolini è quella dell'umile Italia, del popolo innocente e percosso, affamato di storia," scriverà Paolo Volponi.
Bisogna interrogarsi sulla memoria e l'eredità di un vero e grande poeta civile, andate, forse, disperse insieme al suo mondo, al suo coraggio politico, d'altri tempi.