(Gianfrasket) - Un'appassionato del mistero e dell'azione troverebbe nei fatti di Parigi lo spunto per un fantastico copione di film. Un intrigo internazionale, con tracce di noir francese, una spruzzata di Inspector Clouseau e una punta di pulp alla Tarantino
La trama in breve: due parigini non trovano un indirizzo nella propria città, chiedono allora informazioni a un operaio e per ringraziarlo lo ammazzano, fanno poi un massacro di vignettisti di un giornale satirico e mentre si danno alla fuga sparano alla testa di un poliziotto, da due metri, con un fucile d'assalto: nessuna goccia di sangue, il cranio non va in frantumi e non c'è rinculo del fucile.
Nel trambusto perdono le scarpe che recuperano e si danno alla fuga con una Citroen che aveva gli specchietti retrovisori bianchi, superano tre posti di blocco, si fermano da un benzinaio con l'auto piena di armi (un classico, anzi un vero must quando hai appena ammazzato 12 persone), infine spariscono e l'auto viene poi ritrovata con gli specchietti retrovisori divenuti magicamente neri e i documenti d'identità dei terroristi che nella concitazione (dicono) se li erano perduti. Effetti speciali alla David Copperfield.
Iniziano la caccia all'uomo e la diretta televisiva in mondovisione e ogni cinque minuti la polizia fornisce una notizia non vera che viene smentita sempre e puntualmente da quella successiva, non vera nemmeno quella. Vengono mobilitati decine di migliaia di uomini, si dice 85.000, e se non fosse una tragedia sembrerebbe ormai il finale de I Blues Brothers.
Una psicologa dell’Accademia militare del Politecnico federale di Zurigo, Nadine Eggimann, ci spiega intanto, a 20 Minuten, come sia possibile dimenticare la carta d'identità quando si compie una azione terroristica: “Nelle situazioni di grandi stress molte persone si concentrano sulle cose fondamentali,come la fuga.Altri aspetti invece escono dall’attenzione principale,e la carta di identità dimenticata ne è un esempio”. E certo, se lo dice lei...
Entra nel frattempo in azione un altro terrorista, che ammazza una poliziotta e poi si barrica in un market con parecchi ostaggi. A dare manforte a Clouseau arrivano pure i servizi segreti israeliani. Si spera (dicono) di prendere qualcuno vivo per capirci qualcosa, anche se è risaputo che questi islamici hanno una spiccata vocazione al martirio. Un altro esperto, italiano questa volta, il Prof. Margelletti ce lo ripete ossessivamente da tutti i canali televisivi.
C'è un ostaggio che riesce a scappare ma non ha visto bene la scena perché era nascosto sotto un lavandino, un'altra decina riescono a fuggire ma erano in un'altra stanza, si viene a sapere che c'è un terzo complice in un'altra zona di Parigi il quale dimentica il telefonino acceso e le forze speciali sentono i suoi commenti.
Grande professionalità da parte di terroristi e forze dell'ordine. Sembra una delle più riuscite edizioni de La Corrida e la prova provata del funzionamento della Legge di Peter (ognuno tende a crescere fino al proprio massimo livello di incompetenza).
Gira il nome di un ragazzino di 18 anni che viene indicato alla stampa come uno dei killer, poi il tipo si presenta spontaneamente alla polizia e si scopre che era a scuola, eppure anche il suo documento era da qualche parte, c'è una donna che non si trova denominata "la donna del mistero". C'è sempre una donna del mistero in ogni noir che si rispetti.
Siamo ormai al gran finale in diretta TV. Arrivano le Forze Speciali, il killer nel market e 4 o 5 ostaggi ci lasciano le penne e gli altri due, barricati in una tipografia e che credono ormai di essere veramente in un film, tentano una fuga romanzesca alla Butch Cassidy e finiscono esattamente comeButch Cassidy e Sundance Kid, crivellati di colpi dalla polizia.
Tutti morti dunque, e la cosa alla fine non stupisce più di tanto, Margelletti e gli altri esperti ci avevano preparato bene, ma la cosa più curiosa, invece, è che in 48 ore nessuna telecamera fissa, in tutta Parigi, ha immortalato nulla di questo inferno.
In compenso un regista israeliano, Amchai Stein, vice-direttore della tv israeliana Channel 1, per mera e del tutto fortuita combinazione (lo diciamo per chi dovesse pensare male) si trovava sul posto del massacro, anzi che dico sul posto...si trovava proprio su un tetto (i famosi tetti di Parigi) e sempre per fortuita combinazione era munito di cinepresa con treppiede (le immagini sono perfette) ed ha catturato le immagini dell'azione al Charlie Hebdo.
Grandissimo sgoob... direbbe Biscardi. Partono i titoli di coda, ma in chiusura l'ultimo colpo di scena, la ciliegina sulla torta alla Quentin Tarantino, il finale pulp col cranio spappolato: un alto funzionario della Brigata criminale incaricato del caso si spara in testa, pure lui.
Nessun gombloddo per carità, ma ha ragione il mio amico Dylan Dog: "...la vita è fatta di imprevisti e coincidenze...". Tanti imprevisti e tantissime coincidenze...