LETTERA ALLA COMMISSIONE LIBERTA' CIVILI DEL PARLAMENTO EUROPEO
Roma 4 Gennaio 2015.
Gentile Presidente della Commissione Libertà Civili del Parlamento Europeo, Sig. Claude Moraes
(e, per conoscenza, a tutti i membri della Commissione).
(e, per conoscenza, a tutti i membri della Commissione).
mi rivolgo a Lei in seguito all’increscioso, clamoroso episodio di cui sono stato vittima, lo scorso 15 dicembre 2014, a Tallinn, Estonia.
Esso si è manifestato in forma di “fermo di polizia”, successiva incarcerazione, liberazione (dopo il sollecito intervento dell'ambasciatore italiano) e
espulsione. Sono stato prelevato in albergo, alle ore 17:30, perquisito, chiuso in camera di sicurezza per diverse ore. Senza esibizione di alcun capo d'accusa,
imprigionato sotto accusa – solo verbale – di trovarmi “illegalmente” in territorio estone.
Esso si è manifestato in forma di “fermo di polizia”, successiva incarcerazione, liberazione (dopo il sollecito intervento dell'ambasciatore italiano) e
espulsione. Sono stato prelevato in albergo, alle ore 17:30, perquisito, chiuso in camera di sicurezza per diverse ore. Senza esibizione di alcun capo d'accusa,
imprigionato sotto accusa – solo verbale – di trovarmi “illegalmente” in territorio estone.
In altri termini sono stato arrestato (il termine usato fu "fermato") in territorio europeo, senza motivo precisato. Avrei dovuto tenere una conferenza pubblica alle ore 19 di quel giorno, ma ne fui impedito. Le autorità erano a conoscenza dell'evento da alcune settimane. Già a questo punto siamo in presenza di inammissibili violazioni dei diritti civili e politici e umani di un cittadino europeo sul suolo europeo.
Una successiva comunicazione è giunta all’ambasciatore italiano, su sua ripetuta richiesta, due giorni dopo, da parte del Ministero dell’Interno Estone. In essa è assente ogni motivazione giuridicamente accettabile di una tale violenza nei miei confronti. Essa contiene soltanto giudizi negativi circa le mie opinioni, politiche e filosofiche, insieme a inammissibili falsificazioni delle mie posizioni politiche (quali, ad esempio, l'indimostrabile accusa di voler “ricostituire l’Unione Sovietica”).
L’unico atto fino ad ora registrato da parte delle autorità politiche è stato la immediata convocazione dell’ambasciatore di Estonia a Roma "per chiarimenti", da parte del Segretario Generale del Ministero degli Esteri italiano. Non mi risulta, fino ad ora, alcuna reazione da parte della Commissione Europea e del Parlamento Europeo.
Della quale cosa sono molto stupito. La notizia dell’incidente è stata infatti riportata dalla gran parte dei media italiani ed europei. Ricordo a Lei, signor Presidente, che sono ex parlamentare europeo e giornalista.
Il sopruso e la provocazione cui sono stato fatto oggetto vanno comunque ben oltre la mia persona. Riguardano me come un qualunque cittadino europeo. Ed esigono una risposta - e, mi auguro, una sanzione - da parte degli organi istituzionali europei.
La Commissione per la Libertà Civili è il primo organismo che ritengo mio dovere sollecitare a una risposta. Il che non esclude, ovviamente, una mia iniziativa nei confronti delle istituzioni giurisdizionali della Repubblica Estone, nel rispetto del principio di sussidiarietà e delle normative europee. Ma la sbalorditiva inclinazione antidemocratica e
anti-europea mostrata, in questa circostanza, dalle autorità estoni mi induce a nutrire un forte pessimismo sull'ipotesi che si possa avere giustizia e rispetto da quella parte.
anti-europea mostrata, in questa circostanza, dalle autorità estoni mi induce a nutrire un forte pessimismo sull'ipotesi che si possa avere giustizia e rispetto da quella parte.
Sono naturalmente pronto a fornire tutta l'informazione in mio possesso alla Commissione, nelle forme che Lei riterrà opportune, mentre attendo da Lei una sollecita risposta alla mia richiesta.
Le comunico di avere informato dell'incidente il Presidente del Parlamento, Martin Schulz, la Commissaria per la Politica Estera Comune, Federica Mogherini. Informo altresì
della mia ferma intenzione di adire alla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo, di Strasburgo. Si dovrà definire se, e fino a che punto, un paese membro dell'Unione Europea possa impunemente esserne parte mentre vìola i suoi Trattati fondamentali.
della mia ferma intenzione di adire alla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo, di Strasburgo. Si dovrà definire se, e fino a che punto, un paese membro dell'Unione Europea possa impunemente esserne parte mentre vìola i suoi Trattati fondamentali.
Con rispetto
Giulietto Chiesa