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Questa è la migliore dell’anno. Eugenio Scalfari, dopo aver avuto la sua parte di eredità da Carandini, Arrigo Benedetti, De Benedetti, dal PSI di Mancini e dalla DC di De Mita per non parlare di Michele Sindona osannato per anni, con la petulanza caratteristica dell’età cerca ancora visibilità. Ma che sia visibilità di rango.
Ha una voglia disperata di essere invitato dal Papa al Sinodo straordinario dei Vescovi che si terrà il 5 Ottobre a Filadelfia sul tema del matrimonio.
A tale scopo ha scritto un abile soffietto al Papa e – che spirito pratico ! – a Monsignor – pardon Cardinale – Vincenzo Paglia .
Ad ogni riga trasuda l’ambizione di essere accolto nell’augusto consesso ecclesiastico, assieme a un’eletta schiera di ” personalità anche laiche invitate dal Papa”.
Mentre leggevo, Mi ha ricordato la parabola del figliol prodigo. Nel ( suo, di Scalfari) processo di santificazione ne terranno certamente conto, perché si è trattato di un miracolo.
Scalfari ha rivendicato la sua libertà dalla chiesa per una vita.
Adesso chiede di tornare a banchettare utilizzando la parte di chi è rimasto a casa a sgobbare ( non io di certo).
Il figliol prodigo però pronunziò parola di pentimento che non credo di aver sentito.
Poiché scrive di avere una cultura approssimativa in materia, lo aiuto io: ( cito a memoria e potrei sbagliare la grammatica non il senso) ” perdona pater quia peccavi coram populo et coram te”.
Ma chi sono io per giudicare? Al massimo, si incazzerà Giuliano Ferrara.
http://www.repubblica.it/politica/2014/09/21/news/editoriale_scalfari_21_settembre-96291107/?ref=HRER2-1
Ha una voglia disperata di essere invitato dal Papa al Sinodo straordinario dei Vescovi che si terrà il 5 Ottobre a Filadelfia sul tema del matrimonio.
A tale scopo ha scritto un abile soffietto al Papa e – che spirito pratico ! – a Monsignor – pardon Cardinale – Vincenzo Paglia .
Ad ogni riga trasuda l’ambizione di essere accolto nell’augusto consesso ecclesiastico, assieme a un’eletta schiera di ” personalità anche laiche invitate dal Papa”.
Mentre leggevo, Mi ha ricordato la parabola del figliol prodigo. Nel ( suo, di Scalfari) processo di santificazione ne terranno certamente conto, perché si è trattato di un miracolo.
Scalfari ha rivendicato la sua libertà dalla chiesa per una vita.
Adesso chiede di tornare a banchettare utilizzando la parte di chi è rimasto a casa a sgobbare ( non io di certo).
Il figliol prodigo però pronunziò parola di pentimento che non credo di aver sentito.
Poiché scrive di avere una cultura approssimativa in materia, lo aiuto io: ( cito a memoria e potrei sbagliare la grammatica non il senso) ” perdona pater quia peccavi coram populo et coram te”.
Ma chi sono io per giudicare? Al massimo, si incazzerà Giuliano Ferrara.
http://www.repubblica.it/politica/2014/09/21/news/editoriale_scalfari_21_settembre-96291107/?ref=HRER2-1