Reggio Emilia: schede elettorali falsificate in favore del PD, la Digos conferma
di Mattia Caiulo
28 settembre – REGGIO EMILIA – Un fulmine a ciel sereno per il Comune di Reggio Emilia. Nelle scorse elezioni amministrative del 25 maggio ci furono brogli. La Questura di Reggio Emilia informa infatti, con una nota, che il presidente del seggio elettorale numero 7, Pietro Drammis, è indagato per aver indebitamente aggiunto preferenze a sostegno dei due consiglieri comunali del Pd, poi eletti, Salvatore Scarpino e Teresa Rivetti. I due consiglieri furono discussi in passato per le loro origini calabresi e in Emilia infuria la polemica sulle infiltrazioni mafiose sottovalutate dalla politica. L’ultimo caso ha riguardato il sindaco di Brescello e le sue dichiarazioni benevole verso un esponente della famiglia Grande Aracri già condannato. Le anomalie nelle preferenze, che risultavano scritte tutte con la medesima grafia, erano state denunciate dalla rappresentante di lista del Movimento 5 stelle Alessandra Guatteri.
La Digos della questura reggiana, in seguito ad “intensa attivita’ inestigativa” sulle presunte irregolarita’ nelle operazioni di spoglio delle schede nei seggi elettorali 7 e 149, ha individuato “inconfutabilmente” in Drammis “l’autore materiale” che “scientemente ha fraudolentemente alterato durante lo spoglio 31 schede del seggio da lui presieduto”. In particolare “falsificando di proprio pugno i nomi delle preferenze dei candidati, poi eletti nella lista del Partito democratico, Salvatore Scarpino Teresa Rivetti”.
A nutrire i primi sospetti erano stati i rappresentanti di lista del Movimento 5 stelle, l’attuale consigliera comunale Alessandra Guatteri e la deputata Maria Edera Spadoni, che avevano notato sulle schede votate la ricorrenza di grafie somiglianti e avevano in seguito presentato un esposto in Procura. Le indagini condotte dalla Digos e coordinate dal sostituto procuratore Isabella Chiesi si sono avvalse anche di comparazioni grafologiche effettuate dal servizio della Polizia Scientifica di Roma.
Drammis, dice ancora la questura, “ha agito fraudolentemente senza alcuna complicita’ durante le fasi dello spoglio, celato dall’urna elettorale adagiata su un tavolo mentre tutti gli atri componenti dell’ufficio elettorale erano impegnati nello spoglio delle schede”. E’ quindi ora formalmente indagato per aver alterato le schede elettorali con l’aggravante di essere un componente dell’ufficio elettorale. Drammis non risulta mai stato iscritto al Pd e ha svolto l’incarico di presidente di seggio anche in altre consultazioni. Nel seggio 149 invece non si riscontrano elementi per ipotizzare reati.
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