mardi 6 août 2019

SINODO AMAZZONIA: LA MAFIA DELL’ANELLO DI TUCUM? ARTICOLO DI JOSÉ URETA.

http://www.marcotosatti.com/2019/08/06/sinodo-amazzonia-la-mafia-dellanello-di-tucum-articolo-di-jose-ureta/
prossimo sinodo sarà “amazzonico” o “massonico”?
Il ruolo segreto della mafia dell’“anello di tucum” nella preparazione dell’assise di ottobre"
Dopo che, nella biografia sul loro connazionale cardinale Godfried Daneels, i giornalisti belgi Jürgen Mettepenningen e Karim Schelkens hanno rivelato l’esistenza di una “mafia di San Gallo” che avrebbe contribuito in modo determinante all’elezione di Papa Bergoglio, il cattolico medio ha avuto consapevolezza della forza dei gruppi di pressione persino all’interno della Chiesa.
Ma storici e specialisti conoscono da molto tempo il peso che le lobbies hanno avuto nella vita ecclesiale. Subito dopo la chiusura del Concilio Vaticano II, ad esempio, si venne a sapere del ruolo svolto dalla piovra mediatica dell’ IDO-C (International Centre of Information and Documentation concerning the Conciliar Church) per creare il “concilio dei giornalisti”, il “concilio dei mezzi di comunicazione, che era praticamente un concilio a parte”, come asserì Benedetto XVI nel suo ultimo discorso alla vigilia del giorno in cui la sua rinuncia sarebbe divenuta effettiva.
Non molto tempo fa si è venuti a conoscenza del ruolo svolto da un gruppo di Padri Conciliari, raccolti sotto la denominazione di “Chiesa dei Poveri”, che firmarono un segreto “Patto delle Catacombe”  il quale sembra stia raggiungendo la sua piena realizzazione a livello planetario con il pontificato di papa Bergoglio .
L’ex nunzio a Washington mons. Carlo Maria Viganò ha destato scalpore denunciando l’esistenza di una rete omosessuale i cui membri si aiutano a vicenda e che garantisce avanzamenti di carriera ecclesiastica (e copertura nel caso di coinvolgimento in scandali).
Per essere efficaci, questi gruppi di pressione con interessi personali o ideologici devono agire coordinati, tuttavia sempre nell’ombra, imitando l’operare della Massoneria, con i suoi segni misteriosi di reciproco riconoscimento tra fratelli non appartenenti alla stessa loggia.
È noto il brano in cui Marcel Proust traccia un parallelo tra l’agire dei «fratelli» e quello degli omosessuali del suo tempo, di cui parlava per conoscenza diretta: «[Loro] form[ano] una frammassoneria assai più estesa, più efficace e meno sospetta di quella delle logge, giacché risponde a una identità di gusti, di bisogni, di abitudini, di rischi, di apprendistato, di sapere, di traffico, di glossario, e in cui i membri che desiderano non farsi riconoscere subito lo fanno mediante segni naturali o di convenzione» .
Sicuramente in futuro conosceremo l’impatto sulla prossima Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per la regione Panamazzonica del gruppo di presuli e missionari impegnati nella Teologia Indigena, versione più aggiornata della Teologia della Liberazione, che ha già adottato il cosiddetto “anello di tucum” come segno convenzionale di riconoscimento."