di Gianni Lannes
Attenzione non solo al potere finanziario ma a quello delle élite militari. "Il Ministero della Difesa emana la “Direttiva ministeriale in merito alla politica militare per l’anno 2013”. Il documento risulta inquietante, ma la realtà è anche peggio. Uno scenario che vale come consiglio di lettura per tutti, negazionisti compresi. Certo, la dichiarazione di stato bellico non è ancora ufficiale, ma questi sono gli atti preliminari in vista di un’esecutorietà lampo. Anche perché questo atto istituzionale fa riferimento alla politica monetaria esplicitamente eterodiretta.
Come è noto, in tempo di guerra vale l’ordinamento appunto bellico. Infatti, questo documento non fa riferimento alla Costituzione Repubblicana, bensì al “Codice dell’Ordinamento militare, alle conclusioni del Consiglio europeo del 13-14 dicembre 2012, alChicago Summit Declaration (rilasciata dai capi di Stato e di Governo dei Paesi dell’Alleanza Atlantica" il 20 maggio 2012), dove anche i rappresentanti del Belpaese senza alcun mandato del Popolo sovrano hanno accettato e confermato la guerra nucleare, ma soprattutto si poggia sul Trattato di Lisbona (firmato il 13 dicembre 2007 da Prodi & D’Alema) entrato in vigore nel 2009, annullando in punta di diritto la nostra Carta Costituzionale.
Alla luce di Eurogendfor di cui avevo già scritto tre anni fa (alla voceTrattato di Velsen), ovvero la gendarmeria militare europea sotto il controllo della NATO, che esautora tutte le forze di polizia, carabinieri compresi (in via di scioglimento), con licenza di uccidere e distruggere senza alcun controllo della magistratura e del Parlamento, ecco i punti (da 29 a 31) più preoccupanti delineati dal ministro della Difesa a pagina 10:
«L’Italia deve saper concorrere ad iniziative multiculturali caratterizzate da un significativo impegno militare, per affrontare in tempi brevi e in maniera risolutiva, crisi che dovessero accendersi in aree o contesti di critica rilevanza per la sicurezza del Paese e della stabilità internazionale.
Nel contempo alla luce delle istanze che giungono dal Paese, le Forze Armate devono tenersi pronte ad assicurare quel supporto tecnico e organizzativo che risulta decisivo in caso di particolari emergenze nazionali, nei modi e nei tempi che verranno richiesti da parte della autorità preposte alla gestione di tali eventi.
Non può essere, infine, ignorata la possibilità, per quanto remota, di un coinvolgimento del Paese e del sistema di alleanze del quale siamo parte in un confronto militare su vasta scala e di tipo ibrido, ovvero che implichi sia operazioni militari e convenzionali, sia operazioni nello spettro informativo, sia operazioni del dominio cibernetico».
Il Vecchio Continente alla stregua del Belpaese ha politicanti che prendono ordini come fantocci da poteri sovranazionali.
L’allarme rosso per la democrazia suona per l’intera Europa, incapace di ergersi in autonomia a confronto della volontà governativa di dominio globale degli Stati Uniti d’America.
documentazione e riferimenti: