(...)"Ora però, dopo la morte di papa Benedetto, Mons. Gaenswein è rimasto solo e in difficoltà, pertanto ha cambiato metodo. Dato che il silenzio farebbe scivolare la questione nel dimenticatoio, e ancora non può permettersi di parlare apertamente, visto il collaborazionismo bergogliano degli una cum, resta solo la soluzione di spararle il più grosse possibile per far capire che NON PUÒ DIRE LA VERITÀ. Un esempio? Quando nel suo libro “Nient’altro che la verità”, già smentito/corretto da Gotti Tedeschi e Luciano Canfora, e messo in dubbio dal vaticanista Tosatti, sostiene che Ratzinger mantenne la veste bianca, non perché era impedito, ma perché era certo di morire di lì a poco. Ci rendiamo conto?"(...)