di Gianni Lannes
Mister Letta per caso vanta qualche conflitto di interessi? Per chi lavora realmente il capo del governo tricolore?
Parola di Enrico Letta, attuale primo ministro pro tempore:
«Insisteremo poi perché vi siano una politica europea di sostegno per gli investimenti infrastrutturali e per il completamento delle interconnessioni, e un forte impegno nei confronti delle esigenze delle imprese ad alta intensità energetica… Chiederemo una politica realistica del cambiamento climatico dopo il 2020 e invece un atteggiamento aperto e non penalizzante per lo sfruttamento delle fonti di energia prodotte in Europa, come lo shale gas».
Queste dichiarazioni ufficiali di Letta junior, affiliato come Prodi e Monti alle organizzazioni terroristicheTrilateral Commissione Bilderberg Group, già vice presidente dell’Aspen Institute Italia, finanziata dal criminale internazionale David Rockefeller, si leggono nel resoconto della Camera dei Deputati e sono state ribadite dallo stesso presidente del consiglio dei ministri, anche a Bruxelles.
Il presidente del consiglio Letta appoggia l’impiego del fracking, una tecnica per estrarre il gas intrappolato nelle rocce anzichè nei giacimenti convenzionali (shale gas): un’attività estrattiva devastante che può innescare terremoti, può inquinare l’acqua di falda che serve per bere e per irrigare i campi.
Disastro dimenticato - Chi rammenta il terremoto di Basiasco del 1949? E quello di Caviaga del 1951? I terremoti, come sanno gli addetti lavori, civili ma soprattutto militari, possono essere provocati non solo dalle esplosioni nucleari e convenzionali, ma anche dai riscaldatori ionosferici e dalle attività petrolifere. Ecco una storia sepolta che riguarda l’Italia. Scenario: Caviaga, frazione di Cavenago d’Adda, dieci chilometri a sud est di Lodi. In quel luogo, a quel tempo (15-16 maggio 1951), ci fu un terremoto, di magnitudo 5.5 Richter, indotto dalle estrazioni di metano dell'AGIP. La notizia è stata talmente insabbiata che si fatica un po’ a scovarla nei dettagli probanti. Addirittura non c’è nella lista dei terremoti d’Italia. Eppure, basta cercare nella letteratura e nelle memorie del tempo, per scovare un resoconto scientifico scritto nel 1954 dai ricercatori Caloi, De Panfilis, De Filippo, Marcelli, e Spadea, in modo semplice, dettagliato e preciso per conto dell'Istituto Nazionale di Geofisica e poi pubblicato nella rivista Annali Geofisica (volume 9, numero1 a pagine 63-105 nel 1956).
L’argomento della trattazione è attualissimo, infatti è uno dei rari testi dell'Istituto Nazionale di Geofisica che fa riferimento alla sismicità indotta da estrazioni metanifere in Italia.
Caloi e i suoi colleghi iniziano con il rammentare che tutto il territorio del Lodigiano è a sismicità irrilevante, e a tutt’oggi la provincia di Lodi, inclusa Cavenago d'Adda, viene classificata a rischio 4, la più bassa. E allora chi ha provocato il terremoto di intensità 5.5 Richter nel 1951?
Caloi e i suoi colleghi ipotizzano che la responsabilità sia proprio dell'estrazione di ingenti quantità di metano nella zona e della conseguente decompressione del territorio che determinò squilibri e alla ricerca di "nuove posizioni di equilibrio".
Gli studiosi attestano: «Osserviamo che l'epicentro cade precisamente nei pressi di Caviaga. In questa località esistono pozzi metaniferi, da cui si estraggono giornalmente notevoli quantità di gas metano che vanno dai 10.000 metri cubi ai 300.000 metri cubi. Tale estrazione dura da anni ormai : la decompressione in atto nella zona attiva è quindi notevole. La singolarità del meccanismo secondo cui la scossa si è determinata, il fatto che la zona interessata è notoriamente asismica e che in essa, da parecchi anni, è in corso un'abbondante estrazione di gas metano, ha fatto ritenere non del tutto improbabile che le scosse in esame siano comunque collegate all'enorme decompressione in atto negli strati profondi, di dove il gas scaturisce con pressioni superiori ai 100 kg/cm2».
La veridicità di questo evento è confermata anche nel volume Economic Geology: Principles and Practise, di Walter L. Pohl, professore di geologia. Il libro risale al 2011, e a pagina 577 è scritto inequivocabilmente:
«The first and one one of the largest gas-production related earthquakes to date occurred in 1951 at the Caviaga field - Northern Italy, with a magnitude of 5.5».
La connessione trivelle-terremoto viene documentata da numerosi articoli, scritti anche per conto dell'industria del petrolio, come questo pubblicato dalla Society of Petroleum Engineers:
«In Italy, the production of gas from the Caviaga field caused an earthquake of magnitude 5.5 in 1951».
Addirittura in un articolo del Geophysical Research del 1998 si include Caviaga in una lista di terremoti indotti dalle estrazioni di idrocarburi, assieme a Coalinga, Kettleman, Montebello (California) e Gasli (Uzbekistan, ex URSS) di cui abbiamo parlato tante volte.
Inoltre, Caloi e i suoi colleghi ricordavano anche gli scoppi di pozzi metaniferi a Basiasco, in provincia di Lodi, il 5 marzo del 1949 e all'eruzione incontrollata di gas che durò per vari giorni, e che causò:
«oltre al crollo della torre di sondaggio, una serie di spaccature nel terreno circostante al soffione, lunghe molti metri, larghe una diecina di centimetri e con un sensibile dislivello fra gli orli di esso. La popolazione di Basiasco fu costretta, per il pericolo di crolli, ad abbandonare temporaneamente le case».
Singolare coincidenza:, anche in quell'occasione ci fu un terremoto, seguito da altre 30 scosse di assestamento. Tali scosse possono essere senz'altro collegate alla violenta eruzione di gas di cui è detto sopra.
Provocare terremoti per attività bellica segreta e mascherata o rapina di idrocarburi, è una possibilità dalle gravi conseguenze per lo Stivale e per la salute della popolazione italiana.
http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it/unmig/buig/57-7/57-7.pdf
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=letta
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=letta