Prendiamo alcuni dei giocattoli più diffusi e cerchiamo di analizzarli attentamente. Cosa hanno in comune le bambole di Walmart, i cosmetici di Claire o i cappelli per le feste di Hallmark? Non ci crederete, ma contengono tuttiprodotti altamente tossici per la salute dei bambini, come il bifenolo A (BPA), responsabile di svariate forme di disfunzioni ormonali e patologie a carico degli organi riproduttivi, la formaldeide e l’arsenico che possono provocare l’insorgenza di tumori.
Secondo un rapporto del Dipartimento di Ecologia dello Stato di Washington sono oltre 5.000 i prodotti per bambini che contengono sostanze tossiche e che, nonostante questo, continuano ad essere tranquillamente venduti sugli scaffali dei negozi americani. Oggetti che catturano sì i desideri dei più piccoli, ma nascondono insidie e pericoli micidiali per la loro salute.
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Il resoconto sui prodotti chimici è stato richiesto dal “virtuoso” Stato di Washington che dal 2008 ha promulgato l’atto sulla sicurezza dei prodotti per bambini. Da allora, le maggiori aziende del settore sono tenute a rivelare la presenza di sostanze tossiche nei loro prodotti ed i risultati dopo le prime indagini di mercato sono davvero sconfortanti.
I rapporti hanno evidenziato, infatti, che le case manifatturiere di giocattoli per bambini ricorrono a ben 41 elementi chimici potenzialmente dannosi per la salute dei più piccoli, tra cui numerosi metalli tossici, cadmio, mercurio, antimonio. Colpevoli tutti i marchi più famosi: H&M, Gap, Walmart, Hallmark, Gymboree…
Ad essere a rischio, però, non sarebbe solo la sicurezza dei giocattoli. Secondo lo stesso rapporto gli elementi nocivi si nascondono anche nei capi di vestiario, nelle scarpe e nei prodotti per la cura e l’igiene dei bambini.
I metalli tossici quali il mercurio, il cadmio, il cobalto, l’antimonio e il molibdeno sono quelli più presenti nei vari articoli. All’appello non mancano perfino pericolosi solventi come il metil-etil-ketone.
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Oggi Washington rappresenta un modello da imitare per gli altri Stati americani, ma le resistenze a questo processo di trasparenza non mancano. La legge che disciplina le modalità di fabbricazione di tutti i prodotti per bambini in termini di sicurezza, infatti, non è stata ancora approvata. Tra i principali oppositori del “Toxic Free Kids and Family Act” ritroviamo non a caso il colosso commerciale Walmart, l’American Chemistry Council e l’ Association of Washington Business.
Anche noi possiamo fare qualcosa, sostenendo campagne quali “Mind the Store” che chiedono alle principali aziende produttrici di eliminare definitivamente le sostanze pericolose dai loro prodotti. Anche in questo caso, l’azione collettiva potrebbe rivelarsi l’arma più efficace per vincere questa importate sfida…
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