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Più si intensifica la propaganda di guerra a reti e partiti unificati, più cresce il NO degli italiani. Oramai solo una persona su tre è ancora favorevole all’invio delle armi.
Il problema è che questa minoranza nella popolazione diventa schiacciante maggioranza nelle istituzioni, nell’informazione, nel sistema di potere. Un sistema di potere sempre più intollerante e violento che colpisce il dissenso con la più antica delle sopraffazioni di guerra: chi non è d’accordo con essa è la quinta colonna del nemico. Quindi più la guerra avanza, più la democrazia viene conpromessa.
Il NO alla guerra e alla partecipazione italiana alla guerra, oggi più che mai è difesa della democrazia costituzionale contro il golpismo guerrafondaio.
Ci vediamo in piazza a Genova il 25, per la pace e la democrazia."
Giorgio Cremaschi
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